American Serial Killers. Gli anni dell’epidemia 1950-2000 by Peter Vronsky & Barbara Cinelli

American Serial Killers. Gli anni dell’epidemia 1950-2000 by Peter Vronsky & Barbara Cinelli

autore:Peter Vronsky & Barbara Cinelli [Vronsky, Peter & Cinelli, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B0BQC4QTC6
editore: Nua
pubblicato: 2023-05-12T00:00:00+00:00


La storia del confine tra Mex e Cal, tra gli anni Quaranta e Sessanta

Juan Corona nacque nel 1934 nella regione di Jalisco-Guadalajara nel Messico occidentale.

Suo fratello Natividad arrivò negli Stati Uniti nel 1944 come immigrato legale e si stabilì a Marysville, al di là del Feather River rispetto a Yuba City. Juan entrò legalmente negli Stati Uniti nel maggio 1953 per raggiungere Natividad e altri due fratelli nella zona di Yuba-Marysville. Nel dicembre 1955, la regione fu colpita da una catastrofica inondazione che uccise più di settanta persone. Juan lavorò per recuperare e seppellire alcuni dei morti e apparentemente divenne uno squilibrato, convinto che una specie di apocalisse avesse ucciso tutti. Natividad lo fece internare in una struttura psichiatrica, dove gli fu diagnosticata una “reazione schizofrenica di tipo paranoide” e gli fu somministrata una serie di ventiquattro trattamenti elettroconvulsivi, dopodiché fu subito deportato in Messico.

Schizofrenico è spesso confuso con il termine “doppia personalità schizoide”. La schizofrenia è una malattia mentale organica debilitante che può essere accompagnata da deliri paranoici, allucinazioni e altre forme di pensiero e percezione disturbate. A volte i suoi sintomi possono presentarsi episodicamente. Gli schizofrenici sono più di frequente un pericolo per se stessi che per gli altri.

L’episodio schizofrenico di Juan Corona e la deportazione non gli impedirono di tornare negli Stati Uniti nel 1962 con una green card. Non ci furono altri problemi. Si sposò, ebbe quattro figlie e avviò un’attività di lavoro agricolo relativamente di successo e lucrativa. Non ebbe problemi a ottenere un mutuo bancario nel 1968 per acquistare una casa per la famiglia a Yuba City, e la maggior parte della gente non pensava che ci fosse qualcosa di strano in lui. I suoi lavoratori si lamentavano che Corona non pagava abbastanza, della pulizia dei campi di lavoro e delle condizioni del grande scuolabus giallo con cui li trasportava, ma nessuno lo accusava di maltrattare o imbrogliare i suoi lavoratori6.

Ci fu un torbido incidente nel 1970, tuttavia, quando il ventunenne José Romero Raya fu trovato privo di sensi nel bagno di una taverna di Marysville di proprietà del fratello di Juan, Natividad. Raya era stato molestato e sfigurato da diverse ferite di machete al viso e al cranio, simili a quelle che sarebbero state trovate più tardi sui corpi nei pescheti. Raya sopravvisse e fece causa con successo a Natividad per 250.000 dollari per lesioni personali come proprietario dei locali, ma Natividad non fu mai accusato penalmente dell’aggressione. Chi la commise rimase un mistero. Secondo alcuni pettegolezzi Natividad stava coprendo il fratello minore, Juan, vittima di episodi di schizofrenia. In ogni caso, dopo che la sentenza fu emessa contro di lui, Natividad fuggì in Messico e morì lì nel 1973 nel bel mezzo del caso, rendendo ancora più comodo per la difesa sostenere che fosse lui il vero assassino delle venticinque vittime.

Quando in aula venne messo davanti alla cronologia dei venticinque omicidi, Corona offrì poche o nessuna spiegazione su dove fosse stato. Fu condannato all’ergastolo il 18 gennaio 1973 per tutte e venticinque le uccisioni.



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